Per un centrosinistra popolare

Di Giacomo Perini

“Non rinchiuderti, partito, nelle tue stanze, resta amico dei ragazzi di strada”. Credo che questa citazione di Vladimir Majakovskij faccia da porto sicuro in cui la sinistra debba approdare. Detta in altri termini il centrosinistra deve tornare ad essere movimento del popolo.
È essenziale ritrovare la vocazione storica di un partito, che si faccia portavoce delle difficoltà del ceto medio e soprattutto di quello basso, strappando alla Casaleggio Associati il monopolio dell’indignazione, ritrovando il proprio bacino elettorale in tutti coloro che nella sinistra hanno sempre visto l’opportunità di cambiamento, e che ormai delusi sono confluiti nel grande blog pentastellato.
In questi ultimi anni, invece, è stato spesso scritto il contrario, per vincere ci dicono che la sinistra italiana necessita disperatamente dei voti degli elettori di destra, e che i partiti rossi debbano volgere al rosato per avere possibilità di successo. Questa voglia disperata di allargare il bacino di consenso non più a vecchi elettori disinnamorati o a nuovi possibili elettori di sinistra ma ad un panorama di persone che credono nei valori di destra, causa una grave perdita di orientamento dentro e fuori il campo del centrosinistra ma, soprattutto, in questo modo perdiamo di vista la nostra identità ideologica. Se sempre di più si vuole allargare il bacino di voti a destra, per ovvi motivi attuerai politiche in larga maniera che rispecchino tale deriva. Questo ragionamento, che pare paradossale, ci sta portando a strascichi, i cui frutti tragici si ripercuotono sulla base. Con militanti storici e nuovi che non capiscono perché venga a mancare una forte attaccamento alle ideologie e agli ideali di sinistra che hanno caratterizzato la nascita, nove anni fa, del Partito Democratico e con la genesi di correnti minoritarie e maggioritarie che si stanno distruggendo a vicenda.
Ci ripetono spesso che la società è cambiata, che questo attaccamento radicale ai proprio valori non ha più senso di esistere e che quindi è giusto che sinistra e destra non esistano più. Però va ricordato che è vero che il cambiamento è una costante ma non perciò è sempre positivo. Tutto questo per dire che si deve assolutamente ricostruire il centrosinistra con nessun tipo di svolta a destra perché la cosa più importante che un partito possa fare per nobilitare la propria politica è quello di lottare fermamente per gli ultimi degli ultimi della classe sociale. Ci si deve impegnare in questo, in un periodo storico in cui ciò non è per nulla scontato, con le armi che gli appartengono, che sono ben diverse dagli strumenti utilizzati dalla destra, la quale ha sempre fatto propria l’immagine dell’uomo forte al comando. È per questo che il centrosinistra ha bisogno di trasmettere un senso di pluralismo, che promuova le correnti minoritarie interne e che le valorizzi, invece di schiacciarle, proprio per ribadire la propria unicità nel panorama politico moderno, e riappropriarsi della propria identità storica. Grillo e Berlusconi sono animali politici differenti, ma entrambi leader di movimenti strettamente legati alla propria persona, ed è proprio da questa tendenza ci si deve distanziarsi, se vuole ritagliarsi un ruolo preminente per gli anni a venire.

14-6-2017